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L’ADORAZIONE  (da Profilo storico dell’U.E. di P. Virgilio Gamboso)

L'Eucaristia è la vita e la scuola dei discepoli di Gesù. In quanto battezzati, tutti lo siamo. Ciascuno seguendo la propria strada, siamo chiamati a seguire Gesù vivendo gl'impegni del nostro battesimo. Per l'Eucaristia passa la discriminante della nostra adesione a Cristo. Per questo l'Eucaristia va continuamente riscoperta, per mettere Cristo al centro della vita; per decidere se mangiare il suo corpo e bere il suo sangue, per fare vita di comunione con lui".
(Sono parole dei vescovi italiani nel messaggio: Eucaristia, comunione e comunità 1983).

a) Adorazione e preghiera di lode
L'adorazione a Gesù eucaristico (presenza reale) è, dopo il sacrificio della Messa, il supremo atto di culto cristiano. Esso è rivolto al Padre e, in Lui e con Lui, all'uomo-Dio, Gesù Signore, per la sua infinita grandezza e per il suo amore verso gli uomini.
Ogni volta che partecipiamo all'adorazione compiamo un atto sublime di culto (= onore dovuto a Dio), manifestiamo la nostra fede nella presenza reale di Gesù nell'Ostia consacrata. Egli continua, attraverso il sacramento, a compiere la sua opera redentrice.  Stupenda opera, nella quale il Redentore

  • rioffre la sua immolazione salvifica al Padre;
  • si rende presente sotto le specie del pane e del vino;
  • si dona in cibo e bevanda di vita ai fedeli.

Ne segue che l'adorazione alla presenza reale di Cristo dice sempre un rapporto necessario con la Messa. L'adorazione è pertanto una partecipazione al sacrificio di Gesù; è in fraterna solidarietà con tutta la famiglia dei credenti che noi adoriamo e preghiamo, prolungando lungo l'intera giornata il nostro unisono con Colui che ci ama.

È al sacerdozio eterno di Gesù che noi partecipiamo nella immolazione d'amore. Nella III Preghiera eucaristica, il celebrante implora: "Egli (Cristo) faccia si noi un sacrificio perenne a te gradito". Possiamo ben dire che l'adorazione compiuta lungo la giornata ci consente di presentare al Padre l'offerta di Gesù e, in Lui, l'oblazione di noi stessi, in spirito di sincera umiltà e di caldo slancio.

Nel Salvatore, è l'intero Corpo Mistico che s'immola per l'unica comune salvezza, che innalza l'inno di lode e di ringraziamento al "Padre delle misericordie e di ogni consolazione" (2 Cor 1, 3), che intercede liberazione dalle insidie del Maligno, unitamente alla liturgia del cielo.

b) Adorazione e ringraziamento
L'adoratore trasforma in palpito di fede e d'amore il nucleo della Messa. Cosa vuol dire infatti, il termine greco "Eucaristia", se non ringraziamento? Come si legge nel Prefazio della II Preghiera eucaristica: "E' veramente cosa buona e giusta, no- stro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre Santo, per Gesù Cristo, tuo dilettissimo Figlio .. ".

Componente essenziale dell'adorazione è il rendimento di grazie. Per mezzo di Cristo, insieme con lui e assimilandosi misticamente a lui, sotto l'azione trasformante dello Spirito, l'adoratore fa della sua persona e della sua vita un canto di lode al Padre e, inseparabile, un inno di ringraziamento.

Qualcuno si fa un'idea sbagliata dell'adorazione. Non c'è niente di più semplice; anche un bambino può essere un grande adoratore! Mantenendo mente e cuore in sintonia con Cristo, facciamo nostri i suoi atti di lode, di ringraziamento, di supplica ... In certo senso, gli cediamo, con viva gioia, tutti noi stessi, perché ci transustanzi in Sé, ci faccia strumenti di luce e di amore, viventi echi della sua divina preghiera.

L'adoratore, in silenzioso raccoglimento davanti al Tabernacolo o all'ostensorio, rivive, mediante l'esercizio di fede/ speranza/ carità, la Comunione che ha ricevuto o si appresta a ricevere, e ripensa, in un'atmosfera di tenerezza, a tutti i benefici ricevuti dal Signore nei giorni della sua vita. Quando ti appresti a elaborare la lista, sia pur provvisoria, delle grazie largite dal Signore, l'ora di adorazione vola via come un refolo di vento!

Ogni cellula del tuo essere spirituale e fisico è un dono dell' Altissimo: sei un vivo mosaico di regali del Signore. Elencami una lista, per quanto smilza, di realtà non attribuibili a Lui. Beh, sì: sono i peccati di pensiero, di parola, di opera, di omissione. Gli aspetti negativi sono frutto della colpa originale e dei tuoi peccati attuali. Anche questi, naturalmente, devi mettere in catalogo, nella fase di adorazione dedicata al pentimento e alla riparazione.

Ma fermiamoci al registro delle" entrate".

Hai ricevuto il dono della vita mortale, che è comunque cosa eccellente. Ripensa i tuoi genitori, l'amore che li ha uniti e che è sbocciato nella tua esistenza. Sei alla presenza di Gesù, il Verbo fattosi carne: "tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di quanto esiste" (Gv 1, 3). E quindi anche i tuoi genitori, i tuoi antenati nel corso di tanti millenni, di generazione in generazione. Un ruscello che scaturisce dal Cuore di Dio.

E la tua vita soprannaturale? Essa comincia con la "nuova nascita", il Battesimo. E cresce con la Cresima, la Confessione, la Comunione e gli altri sacramenti. Se devi pregare per chi ti ha insegnato a governare te stesso, a comportarti con gentilezza, a dire grazie, a far volentieri un piacere, a leggere e a scrivere, a lavorare ... , tanto più devi esternare la gratitudine verso chi ti ha insegnato le grandi verità della Fede cristiana, a meditare sulla Parola di Dio, a sentirti membro del Corpo Mistico, a essere Chiesa, sganciandoti dalle insidie dell'egocentrismo, a ricominciare con coraggio e coerenza ogni giorno ...

Com'è bello passare in rassegna, anno per anno, i vari aspetti del nostro essere ed agire, soli e uniti ai familiari, amici, compagni di fede e di lavoro. Quanto bene ci vuole e fa il Signore, direttamente  e attraverso i suoi figli e le circostanze anche amare e dolorose! L' U. E. ha una incancellabile impronta  francescana. Ebbene, la "perfetta letizia" del credente non è forse frutto della sofferenza? Devi mettere anche le tribolazioni spirituali, corporali, morali, nell' elenco delle cose che ispirano la tua riconoscenza. La "Croce" è il regalo che ci rende simili a Gesù. Quello che stai adorando insieme con gli Angeli è il Suo Corpo spezzato, un corpo di Crocifisso.

c) Adorare in spirito di penitenza
Gesù è davanti a te, sotto le specie del Pane spezzato e del Vino raffigurante il Sangue versato.
E' lì, il tuo Maestro di preghiera, l'Agnello di Dio che purifica i peccati del mondo, "sempre vivo per intercedere a nostro favore" (Eb 7, 25).

Egli t'insegna a pregare, prega con te, prega attraverso la tua intelligenza e affettività, con la tua bocca. E una parte essenziale dell' adorazione si chiama "atto di dolore". Emulando il pubblicano della parabola, diciamo battendo ci il petto e chinando lo sguardo a terra: "O Dio, abbi pietà di me peccatore" (Le 18, 13).

E' vero che il Signore è infinitamente generoso e, come scrive Dante, "volentier perdona".
Quando t'inginocchi davanti a lui, riconosci le tue colpe, ti affidi alla sua misericordia, Egli, per il ministero della sua Chiesa, ti perdona. Ma questo non vuoi dire che devi dimenticare o scordare il male compiuto, il bene tralasciato, il bene fatto malamente. Devi sempre sentirti una povera creatura; non c'è peccato che tu possa commettere, se Dio non ti tiene la mano sul capo. Non si tratta, è evidente, di alimentare dei complessi di colpa; ma di nutrire il senso del peccato. Oggi siamo, qui in Occidente, tanto materialisti e superficiali; se non stiamo all'erta, non si prova più disagio e rimorso anche davanti a comportamenti sbagliati e perfino perversi.

Con assoluta sincerità e, insieme, con ardente fiducia nell'infinita compassione dell'Unico Buono, è molto proficuo per l'anima adoratrice procedere a un coraggioso "ripasso" della sua vita,
nel suo insieme (una specie di confessione generale) o nei suoi momenti e dettagli (una specie di esame di coscienza particolare). Non si tratta di coltivare una sorta di masochismo, poiché le miserie dei figli non dànno gloria al Padre e il sostare a contemplarle non giova di per sé a migliorare il paziente. Se l'adoratore indugia sulle proprie magagne lo fa per un controllo realistico della situazione: soffro di queste affezioni, devo intervenire a curarle!

Lo fa allo scopo di mantenersi in spirito di umiltà. Documentando il proprio deficit morale, incentiva la comprensione verso il prossimo, si rende più pronto a compatire, eventualmente a perdonare, ad aiutare. Impara a restare al suo posto davanti al Signore, morto per i nostri peccati; apprende a sfuggire le occasioni, a riparare il male commesso, il bene omesso. Ripete in profonda convinzione: "Mio Dio, abbi pietà di me!" Signore, ripaga con la tua grazia coloro che mi hanno perdonato e mi perdonano, coloro che mi aiutano a vivere nell’amicizia con te.

d) Adorazione nella divina Trinità
Come si sa, dei movimenti cristiani molto intraprendenti e vivaci non ammettono i misteri della Unità e Trinità di Dio e l'incarnazione dell'Unigenito del Padre. E scrivono numerose pagine e interi volumi sull'argomento. Dobbiamo dire, da figli della Chiesa cattolica, ortodossa e protestante, che un mistero è tale perché non è accessibile alla ragione umana. E anche nei testi biblici del Nuovo Testamento questi misteri vengono rivelati in forme assai ardue, che la comunità cristiana ha esplorato ed espresso in lunghi periodi di ricerca e approfondimento, a costo di lacerazioni dolorose (scismi, eresie).

Una delle verità trinitarie è la così detta" circumincessione", un termine aspro, che significa: dov' è una delle divine persone, ci sono, inseparabilmente, anche le altre. Quindi, chi adora l'Eucaristia, sa che nella presenza reale di Cristo è contenuta la presenza del Padre e dello Spirito Santo. Un'adorazione è pertanto trinitaria. Siccome la nostra mente è limitata, bisogna insistere su questo mistero.

"Quando pregate, dite: Padre ... , Cl ammaestra Gesù. Quando adoriamo è al Padre che eleviamo il nostro pensiero assetato di verità, è a Lui che offriamo il nostro cuore bramoso di venir colmato di carità. Si consiglia la recita del Rosario del Padre con le susseguenti litanie. Queste adunano una fiorita di appellativi e titoli che la Bibbia riferisce all'Eterno, quello offre alla riflessione arante alcuni aspetti precipui della divina persona del Padre e della sua attività creatrice. Il francescano può in questa prospettiva far sue le Lodi di Dio Altissimo composte da s. Francesco. C'è anche la tradizionale Offerta dell'amore, delle sofferenze, dei meriti di Gesù, al fine di espiare i peccati commessi nella giornata e durante tutta la vita, di purificare il bene compiuto malamente, di supplire alle colpe di omissione.

Gesù è il Re e centro di tutti i cuori, in Lui abita tutta la pienezza della divinità e possiede tutti i tesori della sapienza e della bontà: è attraverso la sua mediazione che le anime giungono al Padre e allo Spirito Santo. Tuttavia seguendo il modulo della liturgia (il culto ufficiale della Chiesa) è necessario rivolgersi anche esplicitamente al Padre e allo Spirito. Le orazioni liturgiche sono dirette al Padre e vengono sigillate con una dossologia trinitaria. Il nostro Dio è unico in tre Persone uguali e distinte: questo il mistero principale della Fede cristiana (ortodossi, cattolici, protestanti). Non siamo certo nell'empireo pagano, dove, secondo il mito, imperava l'invidia tra un nume e gli altri. Sicché, per tenerli buoni e non inimicarsene alcuno, gli antichi romani eressero in Roma il Pantheon, dedicato, come dice la parola, a tutte le varie e rissose divinità del politeismo.

Talora, su bocche ingenue, capita di sentire espressioni sature di accoramento, quando si parla dello Spirito Paraclito. Egli non ci fa sicuramente il broncio! E' ridicolo e penoso sentirlo e presentarlo come una specie di Persona trascurata. Le lodi, le azioni di grazie, le espressioni e i gesti di pentimento, le domande rivolte al Buon Dio senza specificare le divine Persone, o rivolte espressamente al Figlio oppure al Padre, per il mistero della assoluta unità e circolazione, vanno in pari tempo al Paraclito. Però è bello riservare con particolare intensità uno spicchio della nostra ora di adorazione a Lui, che è al centro dei misteri dell’Incarnazione ( “ lo Spirito Santo scenderà su di te…”), della nascita della Chiesa nella Pentecoste (“ tutti furono pieni di Spirito Santo…”), della trasformazione del pane e del vino consacrati nel Corpo e Sangue di Gesù (“manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo, affinché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo…”).